Edited by Marco Zambaldo, Executive Creative Strategy Director, ALL e Marco Mascheroni, Executive Creative Director, ALL
Il creativo di momenti, il creativo di eventi.
Creiamo momenti, dettagliamo momenti, modelliamo momenti, doniamo momenti, connettiamo momenti e mettiamo in fila diversi momenti. C’è un momento per dire e un momento per fare e tutti i momenti nel mezzo che hanno uguale importanza.
Creare e realizzare un momento che possa vivere nella dimensione spazio-tempo è un lavoro.
Nelle varie “Scuole di Comunicazione” sono nati vari corsi in “eventi” ma spesso la creatività è vista come una parte del tutto da conoscere ma non come una professione a cui ambire. Allo stesso modo le “Scuole di Creatività” fanno nascere figure professionali per la comunicazione ma non c’è mai una chiara specializzazione per la parte creativa esperienziale.
La figura del creativo esperienziale d’agenzia è molto particolare. Può venire dalle classiche classificazioni creative ma ha sfumature tutte sue. Non è un creativo per eventi ma un creativo di eventi. I “creativi per eventi” sono tutte quelle figure professionali che permetteranno la realizzazione di un evento e che il “creativo di eventi” dovrà incontrare, connettere, guidare e coordinare.
Un creativo esperienziale sa usare strategicamente l’evento per creare piattaforme esperienziali per i brand.
Spesso fa evolvere a livello esperienziale una piattaforma creativa o una campagna già esistente inserendosi in un flusso di comunicazione più ampio.
Un creativo esperienziale sa cosa vuol dire realizzare le cose negli spazi fisici.
Sa parlare al meglio con la produzione per modellare la fattibilità del momento.
Conosce le leggi del territorio, le problematiche produttive, i flussi della città, le opportunità che permettono di realizzare idee.
Conosce innovazioni tecnologiche, materiali e personaggi di ogni tipo che potranno svoltare il progetto.
Sa riconoscere “insight esperienziali” e ricreare situazioni in cui risolvere problemi quotidiani offrendo esperienze di brand e facendo vivere il consumo di prodotto.
Spesso non inventa niente di nuovo ma connette due idee già realizzate. Sa anche che tutto quello che sta creando andrà raccontato su altri canali, sa vedere dove c’è racconto per i social e sa anche come creare una notizia.
Si è parlato tanto di “moment marketing”, “real time marketing”, “micro moments” per utilizzare al meglio la contestualizzazione temporale della comunicazione. Anche noi crediamo in questo approccio ma la nostra capacità è proprio quella di lavorare creativamente sul momento a livello esperienziale per cogliere ed esaltare il contesto ma valutando anche l’opportunità di ribaltarlo completamente interrompendo schemi precostituiti nella nostra quotidianità.
Spesso un momento diventa ricordo quando si stacca totalmente dal conosciuto.
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